EAGALA è un’organizzazione che a livello mondiale si occupa di Psicoterapia ed Apprendimento Esperienziale a mezzo del cavallo. Il suo modello si basa su quattro pilastri: il lavoro di equipe (il team terapeutico è composto da un esperto di cavalli, da un professionista della salute mentale e da uno o più cavalli), dal lavoro a terra (non è prevista alcuna attività in sella), dall’essere orientato alla soluzione, che si suppone che le persone possano trovare in autonomia se sollecitate in maniera adeguata, da un codice etico rigoroso (che in tempi di “terapie e terapeuti improvvisati” si configura come una garanzia di serietà e preparazione).

In altre occasioni approfondirò ulteriormente le caratteristiche del modello di EAGALA, qui mi preme focalizzare l’attenzione sulle ragioni per cui proprio i cavalli costituiscono il cuore di questa forma di psicoterapia. Nel manuale che i formatori EAGALA usano per i training si legge (la traduzione è mia):

“Spesso ci chiedono: “Perchè i cavalli? perchè non altri animali?”.

I cavalli sono grandi e potenti e questo crea naturalmente l’opportunità per alcune persone di superare le loro paure e di sviluppare una maggiore fiducia in se stesse. Le dimensioni e la forza del cavallo intimidiscono molte persone. Svolgere un compito che coinvolge un cavallo, nonostante quelle paure, crea fiducia e fornisce potenti metafore che possono essere utilizzate dalle persone nel momento in cui si trovano a vivere altre situazioni di vita sfidanti e paurose.

I cavalli sono molto simili agli umani nell’essere creature sociali. All’interno delle loro mandrie essi hanno ruoli definiti. Preferiscono stare con i loro pari. Hanno distinte personalità, atteggiamenti ed umori. L’approccio che sembra funzionare con un cavallo non funziona necessariamente con un altro. Talvolta sembrano ostinati e provocatori. Amano divertirsi. In altre parole, i cavalli forniscono ampie opportunità di imparare attraverso metafore. Utilizzare le metafore, sia nell’attività che nella loro successiva elaborazione verbale, è una tecnica efficace per lavorare anche con gli individui ed i gruppi più sfidanti.

I cavalli richiedono lavoro, sia nel prendersi cura di loro che nel lavorare con loro. in un’epoca in cui la gratificazione immediata e “la via più facile” sono la norma, per riuscire nelle attività con i cavalli le persone devono impegnarsi davvero, mentalmente e fisicamente. E questa è una caratteristica importante in tutti gli aspetti della vita.

Qual è il ruolo del cavallo in un incontro di Psicoterapia Assistita con il Cavallo (EAP-Equine Assisted Psychotherapy)? I cavalli sono attenti alla comunicazione non verbale e rispondono ai messaggi che i clienti forniscono al momento. Come risultato le loro risposte sembrano familiari ai clienti stessi, poichè somigliano al modo in cui i loro coniugi, figli, colleghi rispondono ai loro messaggi, oppure somigliano al modo in cui le loro dipendenze, paure, sogni agiscono nella loro vita. I cavalli diventano dei “simboli reali” di queste relazioni e danno ai clienti l’opportunità di elaborare i modi in cui cambiare, nel qui ed ora, questi aspetti della loro vita, con un metodo esperienziale ed emozionalmente protettivo.

Le risposte dei cavalli danno al cliente ed al team terapeutico molta informazione – informazione che porta a consapevolezza gli attuali pattern comportamentali, emotivi, di pensiero e motiva a cambiarli. Molti clienti si lamentano: “Il cavallo è cocciuto. Al cavallo io non piaccio…”. Ma la lezione da imparare è che se loro cambiano i cavalli rispondono in maniera diversa.

I cavalli sono una parte integrale dell’EAP. Se un’attività può essere ugualmente efficace senza i cavalli, allora non è vera EAP. Allo stesso modo se i facilitatori lavorano più dei cavalli o interagiscono con i cavalli più dei clienti, allora non è EAP. L’EAP ha a che fare con i cavalli che fanno il lavoro di promuovere il cambiamento nella vita delle persone – riguarda la relazione fra i cavalli ed i clienti, non la relazione fra i facilitatori ed i clienti. I facilitatori sono lì per fornire le occasioni del cambiamenti e portare a consapevolezza le lezioni che devono essere apprese.”

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