We are not separate 'blobs of being' but are part of the ongoing texture of everything else. Our 'contexts' are living in us, just as we are living in conversation with them. [...] We are not UNITS but 'conversational beings', forms of meeting. We are our relationships and many of these become private and invisible relationships.
― Miller Mair (1937-2011) in "Another way of knowing", p. 43 #
Miller Mair ci ricorda, in questo bellissimo passaggio, di come le nostre relazioni con le persone ed il mondo che ci circonda siano costitutive del nostro essere.
Sottolinea che non possiamo pensarci come singole unità isolate dalle relazioni di cui facciamo parte, e che dobbiamo invece considerare quelle relazioni come parti di noi. Siamo, dal suo punto di vista, in costante dialogo con chi è in dialogo con noi, o con chi lo è stato nel passato, e questi dialoghi ci cambiano, ci influenzano, fanno emergere diverse parti di noi.
Ciò accade anche al di là della nostra consapevolezza. Incontriamo un vecchio amico e ci scopriamo ad essere con lui la persona che eravamo allora e che non riconosciamo quasi più. Siamo diventati adulti, persone responsabili, mature, e quando rientriamo nella casa dei nostri genitori ci riscopriamo a mettere in gioco dinamiche e modalità di quando eravamo bimbi, torniamo figli piccoli insomma. Altre volte è il dialogo interiore con qualcuno che ci ha lasciato a permetterci di affrontare un momento complicato o a trovare conforto nella sofferenza.
Gli altri e le relazioni che con loro abbiamo costruito sono sempre con noi, a volte più vicini, altre volte molto lontani.