Un omone di 2 metri, un professionista dell’NBA, un giocatore dei Cavaliers, uno da 30 punti a partita  … ha un attacco di panico nel corso di un time out durante una partita. Spaventatissimo, Kevin Love non capisce nemmeno bene cosa gli sta succedendo, sente il cuore accelerato, fatica a respirare, la mente è annebbiata e un unico pensiero la attraversa: sto per morire. Corre verso gli spogliatoi e si stende sul pavimento da cui qualcuno dello staff lo recupera per portarlo all’ospedale, per accertamenti.

Sta bene, è sano come un pesce e nella partita successiva infila 32 punti a canestro. Va tutto bene… ma non va veramente tutto bene. Kevin comincia a riflettere su se stesso, su come sta e sul disagio che sente per aver avuto quell’attacco. E’ preoccupato che gli altri possano venire a saperlo… come lo considererebbero? I suoi compagni si fiderebbero ancora di lui? La sua immagine di uomo ed atleta forte ne soffrirebbe? Comincia a chiedersi: perchè mi è venuto e perchè ho così paura che gli altri lo scoprano?

Queste domande lavorano dentro di lui e Kevin si rende conto che non vuole lasciare andare questo episodio, che vuole capire. E così chiede l’aiuto di un terapeuta. Lui, che aveva sempre pensato che i problemi psicologici fossero qualcosa che riguardava gli altri, lui che aveva sempre pensato che rivolgersi ad uno psicoterapeuta fosse un segno di debolezza.

E ce lo racconta qui, in questo bellissimo articolo in cui scrive della sua esperienza e del suo viaggio alla scoperta di sè nel riappropriarsi della sua vita.

Kevin Love – Everyone is going through something

Sempre di più il mondo dello sport professionistico esce dagli stereotipi aiutando tutti noi a liberarci dello stigma legato alla sofferenza mentale.

Gli sportivi sono prima di tutto persone e persone in cambiamento ed evoluzione. A volte il movimento personale si inceppa o si complica ed allora perchè non provare a rimetterlo in moto rivolgendosi ad un professionista?

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